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Dacio Bicudo al MIDAC – testo di Alfonso Caputo

7 Mag

Bailado do Deus morto

Dacio Bicudo nei suoi lavori, sempre capaci di coinvolgere una molteplicità di artisti in un lavoro condiviso, sviluppa un movimento teso a trovare il capo di un filo che, nei suoi troppi avvolgimenti, si è perduto.
Nel lungometraggio “Bailado do Deus morto” questo modus operandi raggiunge un livello altissimo attraverso il lavoro comune di oltre trenta artisti, tra registi, attori, poeti ed artisti visivi brasiliani sicuramente inclusi tra quelli più considerati nel loro Paese e non solo.
Alla base di questo progetto la volontà di sottolineare l’attualità e la profondità dell’opera omonima dell’artista Flavio de Carvalho, che in questo suo lavoro letterario del 1933 metteva in risalto le intolleranze legate al fanatismo religioso.
Il risultato di questo progetto di Dacio Bicudo è un’opera avvolgente e, a momenti, scioccante, ma che costituisce una grande opportunità per affrontare questo tema liberi da pregiudizi.
“Bailado do Deus morto” non è solo il video, ma si completa attraverso una serie di lavori che costituiscono il corpus della mostra presentata nel MIDAC.
Anche in questi lavori emergono fortissime le contraddizioni che scaturiscono da una distorsione del concetto di fede. Quando quest’ultima si trasforma in fanatismo i risultati sono disastrosi.
Per rendere immediatamente comprensibile questo effetto distorsivo Dacio Bicudo ci propone icone sacre presentate come idoli dei mass-media.
Similmente a quanto accade nei grandi eventi mediatici, nei quali non è raro vedere qualcuno intervistare la vittima di un crimine quasi nel momento stesso in cui il crimine avviene, l’artista ci propone icone sacre nell’atto di rilasciare una dichiarazione pubblica.
Questo è il suo modo, ironico ed efficace, di rendere evidenti le possibili distorsioni derivate da un improprio uso dei mezzi di comunicazione e di rappresentare l’impatto negativo del fanatismo nella vita di tutti i giorni.
Visitando questa mostra ognuno potrà sicuramente percepire con chiarezza lo sforzo dell’artista teso alla denuncia di questi aspetti deleteri per la nostra società a patto di superare il limite imposto dal proprio soggettivo punto di vista.
Ed è probabilmente questo il compito più importante per un artista: essere di stimolo per gli altri senza avere la pretesa di imporre le proprie idee.
Dacio Bicudo, senza dubbio, dimostra con questo suo progetto come questo sia possibile.

Alfonso Caputo
Maggio 2014
Belforte del Chienti

Juan Pablo Chipe al MIDAC – testo di Alfonso Caputo

19 Mar

Il limite tra l’illusione e la realtà è uno dei temi più dibattuti da sempre, ma lo è ancor di più dopo l’entrata prepotente della pubblicità nelle vite degli esseri umani che ha prodotto un crescente interesse su questo tema.

Catturare un’immagine con gli occhi seguendo il proprio desiderio è una illusione dal momento che gli illusionisti della pubblicità obbligano in realtà a compiere il percorso inverso: ovvero ci fanno vedere un’immagine creando in noi un desiderio.

Juan Pablo Chipe, attraverso questa serie di lavori, ha creato un mondo fatto di collage digitali realizzati ritagliando dettagli, figure e simboli.

Va sottolineata, come prima cosa, la pulizia totale dell’intervento tecnico che con un’impressionante precisione costruisce il prodotto finale senza che si possano distinguere le cuciture, gli attacchi, tra gli elementi utilizzati.

Poi, passando ad un livello di lettura più profondo, si può osservare come la fusione non è eseguita in modo casuale, ma rientra in una logica che tende, senza mistero, ma anche senza invadenza, a generare l’elemento di riflessione proprio in virtù delle scelte attentamente operate.

Il contrasto, che a volte potrebbe sembrare stridente, provocato dall’accostamento di elementi tra loro fortemente disomogenei e lontani, si dissolve in una percezione agevolata dalle chiavi di lettura proposte.

La banalità insita nel cercare, con ornamenti ed orpelli, di occultare una vacuità intellettuale.

La stringente provocazione di modelli esaltanti una bellezza, fallace e fugace, messi in relazione con modelli rappresentanti valori più profondi e veri, quotidianamente dileggiati dai più comuni media e dalla comunicazione di massa.

L’ipocrisia di cercare di nascondere pensieri poco nobili dietro facciate di perbenismo.

Tutto questo emerge con prepotenza portando l’osservatore a passare da un’iniziale stato di leggerezza ed ilarità ad uno stato più profondo di riflessione e di rivalutazione dell’ambiente in cui vive ed anche, in fondo, delle proprie percezioni e della propria libertà di formarsi un pensiero autonomo e non condizionato.

L’invito ad avvalersi di questa proposta di Juan Pablo Chipe nell’affrontare queste evidenti contraddizioni che tutti, nessuno escluso, si trovano a vivere nella propria quotidianità è pertanto un invito a riaprire punti di vista considerati inamovibili.

È un invito a prendersi gioco, senza doverne per questo provare smarrimento o vergogna, dei luoghi comuni.

È, infine, un invito ad apprezzare l’abilità tecnica e concettuale di un artista che da anni fa della provocazione il proprio mezzo privilegiato per stimolare senza ferire i sentimenti e le sensibilità degli altri.

 Alfonso Caputo
Marzo 2014 – Belforte del Chienti

Ingrid Rosas al MIDAC

1 Ott

La stagione artistica 2013 del MIDAC a Belforte del Chienti, prosegue con la ottava mostra personale dell’anno: “Essentia” di Ingrid Rosas (Messico). La mostra, curata da Terra dell’Arte e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, sarà visibile nell’ex chiesa di San Sebastiano, sede del MIDAC a Belforte del Chienti, dal 5 al 27 Ottobre 2013.

Ingrid Rosas è nata a Leon, Messico, nel 1967.

Laureata in Comunicazione presso l’Università Iberoamericana di León, diplomata in Pittura ed Estetica presso l’Università La Salle di León vanta innumerevoli altri titoli.

Poetessa, autrice teatrale e pittrice ha al suo attivo pubblicazioni ed innumerevoli esposizioni personali e collettive in Messico, Spagna, Olanda, Germania, Romania, Italia, Stati Uniti e Canada.

Direttrice della Galleria d’Arte AccordArte a León, Guanajuato, Messico, membro di DIN A4 e di Terra dell’Arte.

Tanto i versi quanto le opere pittoriche di Ingrid Rosas trasmettono una grande forza, ma vanno letti senza fretta. Lasciano emergere una leggerezza che nasconde una vita profonda, fatta di elementi che rivelano la sensibilità dell’artista. Come in una tempesta, il suo volo di farfalla si fa largo tra le correnti per cercare un appiglio, rivelando una forza insospettabile. La forza di una donna capace di esprimere il suo talento e vivere la sua quotidianità, certa del sostegno delle sue ali anche di fronte al fuoco più ardente”.

(Alfonso Caputo)

 Inaugurazione Sabato, 5 Ottobre alle ore 19:00

locandinaIngridRosasweb

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MIDAC – Museo Internazionale Dinamico di Arte Contemporanea

ex chiesa di San Sebastiano, 62020 Belforte del Chienti (MC)

aperto tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 17.30 alle 19.30

 Ingresso libero

tel: (+39) 393.2140065

fax: (+39) 0733.973910

Alfonso Caputo al MIDAC – foto inaugurazione

8 Set

Alfonso Caputo al MIDAC – inaugurazione

6 Set

Terra dell’Arte e il MIDAC, ricordano a tutti gli amici che domani sera, 7 settembre alle 19:00 presso la ex chiesa di San Sebastiano, sede del MIDAC, ci sarà l’inaugurazione della mostra personale “Spirali” di Alfonso Caputo.

Vi aspettiamo come sempre numerosi.

locandinaAlfonsoCaputoweb