Bailado do Deus morto
Dacio Bicudo nei suoi lavori, sempre capaci di coinvolgere una molteplicità di artisti in un lavoro condiviso, sviluppa un movimento teso a trovare il capo di un filo che, nei suoi troppi avvolgimenti, si è perduto.
Nel lungometraggio “Bailado do Deus morto” questo modus operandi raggiunge un livello altissimo attraverso il lavoro comune di oltre trenta artisti, tra registi, attori, poeti ed artisti visivi brasiliani sicuramente inclusi tra quelli più considerati nel loro Paese e non solo.
Alla base di questo progetto la volontà di sottolineare l’attualità e la profondità dell’opera omonima dell’artista Flavio de Carvalho, che in questo suo lavoro letterario del 1933 metteva in risalto le intolleranze legate al fanatismo religioso.
Il risultato di questo progetto di Dacio Bicudo è un’opera avvolgente e, a momenti, scioccante, ma che costituisce una grande opportunità per affrontare questo tema liberi da pregiudizi.
“Bailado do Deus morto” non è solo il video, ma si completa attraverso una serie di lavori che costituiscono il corpus della mostra presentata nel MIDAC.
Anche in questi lavori emergono fortissime le contraddizioni che scaturiscono da una distorsione del concetto di fede. Quando quest’ultima si trasforma in fanatismo i risultati sono disastrosi.
Per rendere immediatamente comprensibile questo effetto distorsivo Dacio Bicudo ci propone icone sacre presentate come idoli dei mass-media.
Similmente a quanto accade nei grandi eventi mediatici, nei quali non è raro vedere qualcuno intervistare la vittima di un crimine quasi nel momento stesso in cui il crimine avviene, l’artista ci propone icone sacre nell’atto di rilasciare una dichiarazione pubblica.
Questo è il suo modo, ironico ed efficace, di rendere evidenti le possibili distorsioni derivate da un improprio uso dei mezzi di comunicazione e di rappresentare l’impatto negativo del fanatismo nella vita di tutti i giorni.
Visitando questa mostra ognuno potrà sicuramente percepire con chiarezza lo sforzo dell’artista teso alla denuncia di questi aspetti deleteri per la nostra società a patto di superare il limite imposto dal proprio soggettivo punto di vista.
Ed è probabilmente questo il compito più importante per un artista: essere di stimolo per gli altri senza avere la pretesa di imporre le proprie idee.
Dacio Bicudo, senza dubbio, dimostra con questo suo progetto come questo sia possibile.
Alfonso Caputo
Maggio 2014
Belforte del Chienti
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